Antonio Terracciano
- 17/05/2019 18:12:00
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Sono perfettamente daccordo con il commento della gentilissima Franca Colozzo e, in base alla mia esperienza, mi permetterei di aggiungere (da inveterato "classicista" , forse superficialmente penserà qualcuno) che la "droga" poetica è tanto più dolce, delicata ed efficace quanto più la poesia riesce a cullare il lettore in quella musica dei metri e delle rime che sembra un dono fattoci più da Morfeo che da Calliope o Euterpe, per allontanare (pur se provvisoriamente) con loblio i nostri brutti pensieri, convogliandoli verso un (illusorio, ma momentaneamente reale) ipnotico paradiso artificiale.
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Franca Colozzo
- 17/05/2019 15:19:00
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Penso veramente, Antonio, che la poesia sia rigeneratrice e che ci affranchi da molti mali. Ci cura e ci ristora quanto più le nostre pene diventano impossibili da sopportare. Credo fondamentalmente che luomo abbia inventato (o forse essa è una traccia preesistente di vita spirituale, una scintilla divina) la poesia come panacea a tutti i mali. Larte, ad ogni modo, nel suo insieme è catartica. A mò di introspezione interiore, la poesia butta allesterno tutti i fantasmi che ci inseguono nei sogni e gli incubi reali di un mondo dalluomo stesso reso malvagio e rio (natura ria in Leopardi, niente a confronto delluom che di natura invera ogni sciagura). Un saluto amichevole. Buona serata.
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